PARROCCHIA SANT'EUSTORGIO

LA STORIA

La prima notizia certa dell’esistenza di una chiesa intitolata a Sant’Eustorgio si trova in un codice scritto da un frate dell’

ordine degli Umiliati, Goffredo da Bussero, che intorno al 1250 tracciò un elenco di tutti gli altari, con le relative dediche, esistenti nella diocesidi Milano, e tra questi, una “ecclesia s. Eustorgio in loco Arcuri” con altari dedicati a santa Maria e a sant’Ippolito

Si possono solo fare delle ipotesi sulla struttura dell’edificio cercando analogie in chiese geograficamente vicine che risalgono a quei tempi, come la chiesa di Sant’Apollinare: la prima chiesa di Sant’Eustorgio era probabilmente qualcosa di analogo.

In una richiesta, inoltrata dal curato Tagliasacco nel 1716 all’autorità religiosa per avere il permesso di smussare un angolo del muro del cimitero e rifare la scala di accesso al sagrato, troviamo uno schizzo della chiesa e della piazza-cimitero come era impostata a quel tempo. La piazza allora era collocata ” ...in sito un pocco eminente… …muro alto braccia 3,25 ( metri 2 ca.) che serve a sostegno del sagrato e per parapetto al sudetto sagrato che sopravanza di braccia 1 (metri 0,6 ca.) al medesimo sagrato…”.

Nel 1731 venne redatto lo stato reale della parrocchia (una specie di inventario dei beni) nel quale si trova un’approssimativa descrizione della chiesa:

“…la chiesa parochiale è con titolo di S:Eustorgio Pontefice e Confessore … fabbricata in un sito un pocco eminente, ed è di tre navi diviso da colonnette di marmo con la porta che riguarda l’occidente, a dirimpetto all’altar maggiore oltre i quale vi sono altri tre altari uno della B.V.M. del SS.mo Rosario, l’altro di S. Antonio da Padova, e l’altro di S. Margarita, a cui è il suo battistero, e il suo campanile con tre campane, e il suo orologio, ed ha la sua sacristia completamente capace, e provvista di supelletili… …avanti la porta maggiore è situato il cemeterio cinto di muro d’altezza di due brazza circa…”

Evidentemente non si tratta dello stesso edificio citato da Goffredo da Bussero, che parlava di due altari laterali. Dove fosse e quando venne demolita questa prima chiesa sostituita poi da quella descritta nel 1731 non è noto, anche se è logico pensarne la collocazione sempre nell’ambito della piazza attuale. Non è escluso che non fosse affatto stata demolita ma ricostruita ingrandendo la primitiva struttura.

 

Già ai tempi del curato Tagliasacco la chiesa si era dimostrata insufficiente a ” contenere il numeroso popolo”, ma è col successore Civalli che si iniziano le 

pratiche e i lavori per l’edificazione di un nuovo tempio. Venne inoltrata la richiesta di autorizzazione all’autorità ecclesiastica il 15 gennaio 1753 e, avutane da questa il “placet”, nello stesso anno si procedette.

Come fosse il progetto 

presentato nel 1753 possiamo solo dedurlo dalla costruzione stessa: “… a pianta isolata, longitudinale ad aula con pronao, abside semicircolare e due cappelle per lato …”.

La nuova costruzione venne impostata sul retro della chiesa esistente sacrificando circa quattro pertiche di terreno del ” Beneficio Parrocchiale “.

Tra il 1759 e il 1760 si avviò l’impresa e molto probabilmente i lavori di scavo e fondazione furono fatti in economia sotto il controllo della Fabbriceria e di qualche tecnico e con il contributo della prestazione volontaria di parecchi arcoresi: nella lista delle spese si trovano conti per l’acquisto di vitto per gli uomini “… messi a costruire la nuova chiesa …”.

Gettate le fondamenta si passò all’elevazione della parte muraria partendo dall’abside e dalle prime cappelle laterali. I mattoni e i coppi per la costruzione furono fabbricati ad Arcore utilizzando la terra argillosa dei boschi impastata ed adeguatamente pressata negli stampi-forma; mattoni e coppi, dopo essicazione al sole, venivano portati ad una fornace di Oreno per la cottura. Anche le fascine di legna per la cottura furono provviste e trasportate dagli arcoresi: buona parte del lavoro di costruzione venne fatto gratuitamente dal popolo.

Nell’anno 1776, completata la prima parte, cioè l’abside e le prime due cappelle, venne fatta richiesta all’autorità religiosa di poter trasportare il SS.mo Sacramento nella nuova struttura. Alla conclusione mancavano però le seconde cappelle, il pronao e la facciata. A questo punto, finite le disponibilità finanziarie, si fece ricorso a prestiti presso gli abbienti del tempo: Durini, D’Adda, ecc. con l’impegno di rendere tutto nel tempo. 

Nel frattempo il governatore austriaco Firmian nominò il conte Durini sovrintendente alla direzione lavori fino al compimento della fabbrica.

La piazza della chiesa appariva allora con due fabbricati: ad est la chiesa nuova parzialmente costruita e ad ovest la vecchia chiesa che serviva ancora per il culto e per l’inumazione dei fedeli defunti.

Non sappiamo l’anno preciso nel quale la costruzione venne terminata. Risulta dall’Archivio che la vecchia chiesa venne usata per i riti e per le sepolture almeno fino al febbraio 1789, quando i registri parlano di “… sepolto nella vecchia chiesa…” 

Dopo questo periodo i defunti vennero sepolti nel cimitero pubblico, voluto dalle autorità civili. 

Può essere che in concomitanza alla variazione fosse stato dato inizio alla demolizione del vecchio edificio ed all’ultimazione della nuova chiesa.

Da una nota nel testo della registrazione del decesso e del funerale dell’Abate D’Adda, avvenuto nel 1808, apprendiamo che la chiesa era appena terminata e che l’Abate stesso aveva contribuito alle spese con offerte personali.

La chiesa era completata come costruzione, era già ultimato anche il campanile con un concerto di cinque campane, acquistate nel 1806, era già terminato l’altare della B.V. del Rosario nel 1807, ma erano ancora da completare gli altri altari, il pavimento e le decorazioni.

L’altare maggiore fu costruito negli anni 1831-1832, gli altari di S. Eustorgio e di S. Antonio (ora di S. Giovanni Bosco) nel 1843 e, pian piano, tutto venne portato a termine.

La solenne consacrazione avvenne nel 1891, era curato don Enrico Zappa, 130 anni dopo l’inizio dei lavori: 130 anni di sacrifici fisici ed economici dei nostri avi.

La chiesa venne in seguito ulteriormente ampliata utilizzando il materiale recuperato dalla demolizione della vecchia chiesa.

Quando nel 1920 il curato Magistrelli arrivò ad Arcore, lanciò subito il progetto di ampliamento per adeguare la capacità della chiesa alla popolazione crescente e tra il 1925 e il 1926 la chiesa venne allungata di 13 metri con l’inserimento di altri due altari laterali. Seguì nel 1930 la costruzione della facciata e del portico a colonne che caratterizzano ancora oggi la chiesa di Sant’Eustorgio.

I SACERDOTI

Parroco

DON GIANDOMENICO COLOMBO

Vicario

DON GABRIELE VILLA

GLI ORARI DELLE MESSE

CHIESA SANT'EUSTORGIO

  • FERIALI: 08:45 – 18:00
  • SABATO SERA (o prefestivi): 17:30
  • FESTIVI: 08:30 – 10:00 – 11:30 – 18:00

ORATORIO MASCHILE

  • FESTIVI: 10:00 (Solo Per Bambini e Ragazzi di Catechismo)

SEGRETERIA

DOVE SIAMO

CHIESA SANT'EUSTORGIO

ORATORIO MASCHILE